Gli psicologi riconoscono da tempo le capacità degli esseri umani di adattarsi e superare i rischi e le avversità. Essere tolleranti verso la sofferenza non significa vivere la vita senza sperimentare stress e dolore. Le persone provano dolore, tristezza e una serie di altre emozioni negative dopo le avversità e le perdite. La strada indicata dal modello cognitivo consiste nell'elaborare le emozioni e gli effetti dello stress e degli eventi dolorosi modificando il modo in cui pensiamo a questi eventi. Non è l'evento in sé, quindi, ma le nostre convinzioni, a influenzare il nostro benessere e la nostra tolleranza alle difficoltà. Apprendendo e utilizzando una serie di strategie per cambiare le nostre convinzioni disfunzionali, di conseguenza, sviluppiamo una mentalità più sana e propositiva e una filosofia universale che può essere applicata alla sfera lavorativa, relazionale, corporea e ad altri problemi della vita.
Il workshop approfondisce vari approcci (REBT, DBT, ACT) che condividono una visione stoica di eventi ed esperienze negative, basata sulla tolleranza degli aspetti spiacevoli della vita anziché sulla pretesa che non dovrebbero accadere o sul tentativo di dare a tutti i costi una piega positiva a questi eventi. Nella seconda parte del workshop, vengono presentati una serie di esempi clinici che illustrano il ruolo della tolleranza/intolleranza della sofferenza nella genesi e nel mantenimento di vari disturbi psicopatologici.